[ Recensioni / Reviews ]
GIUSEPPE VERTICCHIO: Tjukurpa (CD-R 1999 - Private Release)
Queste opere testimoniano la passione per le lunghe scie sonore, per le stasi, per una poesia elettronica che ricongiunga al silenzio interiore... "Tjukurpa", incentrato sulla cultura aborigena, è interamente eseguito al didgeridoo con rara maestria. Giuseppe ha saputo rivitalizzare uno strumento ipersfruttato usando la semplicità, preferendo concentrarsi sugli effetti psicologici dei drones, allineandoli a evocativi sfondi sintetici. Not to be confused with the Troum' s release by the same name, this is an old cd-r (circa 1999, if memory serves me well) around the dreamtime concept, proper to the australian aboriginal cultures (the tjukurpa of the title stands for that, in fact). Get in if you are into didjeridoo: Giuseppe's a skilled pratictioner, and though i'd have appreciated more a bunch of crude, unmediated recordings of the instrument's playing, this disc goes by way fascinating, enriched by tribal chants, processed crickets, synthesizer textures and a bunch of fx's that helps making the whole smoother. If the name of Steve Roach comes to your mind reading these words, be warned: this is less produced, less big studio imprinted than the aforementioned, therefore, at least to my ears, sounds more genuine, authentic, sincere. No loops, no tricks, just somebody blowing into a big hollow trunk and an old computer tricking backgrounds into existence while it happens. The jewel case presents a colour print of a cave painting, perfectly in argument. Il panorama didge-discografico italiano si sta finalmente aprendo. Le autoproduzioni, per un genrere considerato ancora di nicchia, sono per un artista forse il modo migliore di farsi ascoltare e per un ascoltatore un'alternativa ai canali di distribuzione classici che ripropongono, in Italia, pochi lavori di pochi autori. Questo CD-R di Giuseppe Verticchio, registrato nel 1999, è un lavoro apprezzabile sia per la qualità della registrazione sia per la ricerca di sonorità che da una parte propongono il suono del didgeridoo così com'è e dall'altra strizzano l'occhio alle atmosfere ambient, vecchia conoscenza di Verticchio. L'attenzione a non contaminare troppo il suono dello strumento e la capacità di dosare il sintetizzatore fa in modo che il CD risulti rilassante e a tratti mistico senza cadere nella trappola della musica didge-New Age in cui è facile imbattersi. "Walkabout" e "Ancient Voice" sono le tracce che più ricordano i tratti sonori propri dello stile aborigeno. Mentre in "The Forgotten Source" e "Didjer-Echoes" l'autore da sfogo ad una personale interpretazione del suono, sperimentando ed improvvisando. "Tjukurpa" e la piacevolmente lunga "The Endless Dream" sono le tracce più sperimentali e ambient; anche se la vera forza di questi brani, e forse di tutto il CD, non è tanto il creare un atmosfera particolare ma l'indurre il rilassamento e un piacevole torpore meditativo.
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