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 LHAM: Tertium Quid (CD 2025 - 13) 
 Loyal to  his sound signature and production for the label Silentes, it is also under the  moniker of LHAM in collaboration with Bruno De Angelis (Mana ERG) that Giuseppe  Verticchio has recently published new releases. The two artists are known for  their respective contributions to the unprecedented development of ambient  dronescapes and adventurous experimental music with a moody atmospheric vibes.  If the two previous LHAM opus’ were turned to ominous and electronic spaciness  with an amount of synthetic arrangements and orchestrations punctuated by  ethereal melodic guitar sequences in a new age, then post-rock tone, Tertium  Quid follows a similar path but admits more emphasize on orchestrated cinematic  grooves, chamber-pop melodicism, sampled collage, and spoken word with a clear  call to be immersed in a reflective naturescape tendency, inviting the listener  to be guided in a sentient vastness where shapes, time, moods, variations and  colors are journeying around him. Certe opere non si limitano a suonare: prendono forma, si  espandono e inglobano chi ascolta. Tertium Quid di LHAM è un un’entità mutante,  un labirinto sonoro in cui ogni angolo cela un riflesso differente. Bruno De  Angelis (Mana ERG) e Giuseppe Verticchio (Nimh, Hall of Mirrors, Twist of Fate,  Maribor) orchestrano un viaggio che va oltre la percezione convenzionale, un  equilibrio sottile tra pulsazione e rarefazione, tra tensione e abbandono. Se  “They Cast No Shadows” era un’ombra che si allungava sulla coscienza, Tertium  Quid è un prisma che rifrange luci e ombre in un continuo mutare di  prospettive. Il suono è denso, materico, fatto di strati che si sovrappongono e  si dissolvono come onde in collisione. Chitarre elettriche, sintetizzatori,  bassi profondi e percussioni emergono e si ritirano in un flusso ipnotico,  mentre inserti vocali e strumenti etnici fungono da portali verso una  dimensione altra, una soglia alchemica tra ambient, sperimentazione e  architetture sonore di ampio respiro. Qui l’elettronica non è mai fredda, ma  pulsante e viscerale. LHAM gioca con il contrasto tra attese sospese e  esplosioni cinematiche, tra momenti di quiete apparente e crescendi che  sembrano spingere la musica oltre il tempo e lo spazio. Non ci sono melodie  facili da afferrare, ma un costante senso di narrazione, un racconto che si  sviluppa attraverso sfumature di inquietudine e squarci di serenità inattesa.  Il risultato è un’esperienza immersiva, un’opera che non si accontenta di  evocare atmosfere ma le costruisce con una precisione quasi architettonica.  Tertium Quid è un disco che si muove, cambia, sfugge alle definizioni: un  territorio sonoro in cui perdersi è l’unico modo per comprenderlo. Il CD esce  in una raffinata edizione a 6 pannelli in digisleeve in un’edizione limitata di  200 copie. Disponibile su Bandcamp e sullo Store della Silentes. Ascolto ‘Tertium Quid’  ormai da un paio di settimane e trovo che sia sul serio uno degli apici in  carriera di Giuseppe Verticchio, che forse solo con il progetto Hall Of Mirrors  aveva saputo sperimentare in maniera tanto forte e convincente al di fuori dello  storico moniker Nimh. In questo caso lo vediamo al fianco di Bruno De Angelis  (Mana ERG) e, saranno le improvvise esplosioni cinematiche che caratterizzano  la scaletta (‘Nothing’ e ‘Lowlands’) oppure le influenze new age e post-rock  che arricchiscono il materiale, quasi mai in precedenza mi ero trovato al  cospetto di un album nella sua struttura più standard e accessibile. Per carità  non sto parlando di musica commerciale o radiofonica, di strofe o ritornelli.  Siamo sempre in ambito drone e dark ambient però ogni singolo episodio di  ‘Tertium Quid’ ha vita propria e potrebbe essere scelto singolarmente a  presentare un suono che si è evoluto lentamente, al ritmo dell'inesorabile  battito del  tempo (‘Legacy Human’). Il  successore di ‘They Cast No Shadows’ è un album in grado di catturare  l’attenzione fin dal principio, eppure cresce di sessione in sessione, si fa  sempre più concreto e denso, a volte sognante ed a volte maledettamente  razionale e matematico. Un labirinto sonoro nel quale le percezioni convenzionali  non hanno alcun senso e il disagio che nutriamo nella vita di oggi si traduce  in sospensioni elettro-acustiche e visioni distorte di ciò che si muove intorno  a noi. La tecnica è di altissimo livello, tanto che qualcuno potrà intravedere  legami con fenomeni assoluti quali Alva Noto o Ryoji Ikeda a dispetto del  carattere underground della proposta, ma non proverete mai quel gelido feeling  che trasmettono molto release del genere. Al contrario solo pure emozioni di  vita. Da avere a tutti i costi in edizione fisica, non fosse altro per lo  splendido packaging realizzato da Silentes. LHAM is a  duo, Bruno De Angelis (Mana ERG) and Giuseppe Verticchio (Nimh), who have now  their third album (see also Vital Weekly 1327 and 1377), continue their  exploration of ambient music through the expanded package of synthesisers,  electronics, guitars, drums and a free-range from the orchestral package. There  is that post-rock approach, with swelling crescendos and lots of strings and  throughout the production is rather ‘massive’. There are a lot of details; more  importantly, these details don’t get lost in the bigger picture. The mood of  the music is atmospheric and predominantly greyish, with a bit of blackness  thrown in. It’s ambient music with many instruments and some voices, and as  with their previous releases, there’s also a cinematographic aspect to the  music. Just what kind of movie, I don’t know, but something dramatic for sure;  LHAM play the vast picture, not the tiny interaction. This CD has ten pieces in  under an hour; none feels too short or long. The whole album, while individual  pieces, is also a homogenous experience. LHAM stands  for Leaving Hardly A Mark, an Italian group comprised of Giuseppe Verticchio  (Nimh, Hall of Mirrors, Twist of Fate...) and Bruno De Angelis (Mana ERG), and  'Tertium Quid' is their fourth album (third on the 13/Silentes label). Prior  releases are comprised of strong cinematic ambient atmospheres, and I suspect  the music of 'Tertium Quid' to be along the same lines. Opening with the sounds  of an orchestra tuning up, then the conductor tapping his baton and voicing the  rhetorical question, "Shall we begin?" the music does mirror  something along the lines of an ambient cinematic overture. Things get  futuristic on "Legacy Human," sounding somewhat like a Blade Runner  atmosphere, very sci-fi, very dramatic, and yet there are emotional elements  later in the composition that moved it out of replicant/robot territory. The  first whisper of guitar appears in "Because You're Dead," a  beautifully orchestrated piece with a reality check voice-over. There are more  subtle instrumental touches here than you might imagine. È un sodalizio che funziona splendidamente quello tra   il sempre molto attivo Giuseppe Verticchio (Nimh) e Bruno De Angelis   (Mana ERG), nuovamente insieme per la terza fatica sulla lunga distanza   del loro comune progetto Lham, due anni dopo l'apprezzato "They Cast No   Shadows". Non uno di quei side-project più o meno estemporanei, bensì un   terreno di condivisione totale tra due artisti sintonizzati sulle   medesime sensibilità che, album dopo album, si conoscono sempre più a   fondo, favorendo la piena compenetrazione delle rispettive prerogative   artistiche. Il loro intimo intreccio elettroacustico si fa ancor più   cinematico, sfruttando al meglio non soltanto quella materia ambient che   è alla base della scrittura di Lham, ma anche tutta una serie di   elementi (spoken words, pattern ritmici, ornamenti para-sinfonici...)   che ampliano il raggio d'azione di un suono in costante movimento,   evitando il rischio di andare a perdersi tra i confini labili di certe   stucchevoli derive world music e/o new age. Il raffinato sound del duo è   molto più denso di emozioni palpabili, come dimostrano in lungo e in   largo tutte e dieci le tracce incluse, in un ascolto fluido ed   inebriante che non scade mai nel mero esercizio di stile, frutto di una   certosina levigatura. Dolci pennellate sonore e dettagli di grande   finezza animano un suono che sa andare oltre l'intimismo, mostrando   tensione filmica, pulsante intensità, vibrante elettricità e quel   particolare fascino che un momento da incorniciare come "Summa Irru"   riassume nel migliore dei modi. Ancora una volta sotto l'egida della 13   in bella edizione digisleeve a sei pannelli, il duo rilascia un lavoro   di alta qualità e livello che farebbe la sua figura anche in un catalogo   pregiato come quello della Projekt, tanto per chiarire quale sia la   portata di un progetto che ha ampiamente dimostrato di saper tradurre   efficacemente in musica la propria solida visione artistica comune. Giuseppe Verticchio (Nimh) e Bruno De Angelis (Mana ERG),  due alchimisti sonori che con “Tertium Quid”, edito dall’instancabile  13/Silentes di Stefano Gentile, esplorano territori dove l’udibile sfuma  nell’invisibile. Terzo album per il duo LHAM. A due anni di distanza da They Cast No Shadows, il duo  formato da Bruno De Angelis (Mana ERG) e Giuseppe Verticchio (Nimh) riprende le  fila di un discorso mai interrotto pubblicando – sempre per la Silentes di  Stefano Gentile – il terzo capitolo a firma Lham. L’impasto sonoro  sostanzialmente ambient, anche se fortemente ibridato, è quello che abbiamo  imparato a conoscere, ma mai come ora viene spinto verso soluzioni cangianti  tenute insieme da una costruzione sempre complessa quanto raffinata e da  un’attitudine cinematografica marcata. “Tertium  Quid” is the fourth release from the collaborative project LHAM, driven by  Bruno De Angelis (Mana ERG) and Giuseppe Verticchio (Nimh, Hall of Mirrors,  Twist of Fate). This new work unfolds across ten tracks, further expanding the  project’s rich sonic identity. Nel catalogo di Silentes, LHAM, la collaborazione tra  Giuseppe Verticchio e Bruno De Angelis, spicca in relazione con la gran parte  delle emissioni della prolifica etichetta friulana, come una delle rare  proposte che non disdegna ipotesi d’accessibilità marcata, soprattutto con  l’odierno “Tertium Quid” che, come suggerisce il titolo, segue due episodi  pregevoli come “Leaving Hardly a Mark” e “They Cast No Shadows”. Bereits das vierte Album kredenzen Bruno De Angelis und  Giuseppe Verticchio mit »Tertium Quid«. Als Duo LHAM sind sie die Ruhe selbst,  doch sparen sie keineswegs sperrige Momente aus. Silentes, ihr Label, bedeutet im Lateinischen  »die Verstorbenen, die Toten in der Unterwelt«. Vielleicht gelangt deswegen das  Feierliche, das Floaten und Gleiten und schöngeistige, cinemascopische Durchmessen  von Klangräumen derart überirdisch zum Ausdruck. Bezeichnet wird dieser Fakt  aber auch irgendwie mit dem Albumtitel, verweist dieser doch auf ein nicht  identifiziertes Element, das eine Kombination von zwei bekannten Elementen ist.  Da ist was dran. Die Auftakt-Tracks enthalten bereits die Essenz des  Duo-Schaffens: hypnotische, an indigene Rituale gemahnende Rhythmen, der Hang  ins Epische mittels String Arrangements, und irgendwie schwingt die Idee durch,  Rockinstrumentarium mit Orchestersounds auf ein gediegenes Level zu heben.  E-Gitarren dreschen rein und es grummelt zwischendurch, insbesondere auf  »Legacy Human«. »Because You’re Dead«, das dritte Instrumental, erinnert gar an  große orchestrale Meisterensembles à la Silver Mount Zion Orchestra, doch  eröffnet die getragen-gewiefte Melancholie, welche sich in den Kompositionen  breitmacht, himmlische Opulenz. Ein beständiges Element des Albums sind  zunächst bedrohlich wirkende Soundschlieren, aus denen sich sphärische  Harmonien schälen. Besonders schön kommt das auf »Symbol Or Aenigma« zur  Geltung, wo die alle 75 Jahre erfolgende Wiederkehr des Halleyschen Kometen als  böses wie gutes Omen (bevorstehende Geburt) empfunden werden kann. Dramatisch  anwachsende Drumpatterns muten zunächst an den Donner einer Rockband an, doch  fadet die Komposition kontemplativ aus und gleitet allmählich in »Pyrrha Sub  Antro« über. Wiederum ein Titel, der weit in die Historie zurückgreift, denn  bei Pyrrha handelt es sich gemäß dem römischen Dichter Horaz um eine sehr  attraktive Frau, die andererseits sehr böse Eigenschaften in sich trägt. Auch  auf »Lowlands«, dem letzten Klangschönheit verströmendem Track, sind Stimmen,  wie aus einem Film extrahiert, zu hören. Deshalb sei noch der Inhalt des  beigelegten handgeschriebenen Minizettels, den LHAM aus Italien mitgeschickt  haben, erwähnt: »Not flexible enough for the film industry. Not cool enough for  independent labels. Not commercial enough for big labels.« Music for lovers! 
 
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